lunedì 5 luglio 2010

Il prato della Rocca, i bambini e i tombini



Il prato della Rocca, i bambini e i tombini

Non so ce ci abbiate mai fatto caso, ma nel prato antistante la Rocca i bambini lughesi si trovano per giocare assieme nell’unico posto verde del centro di Lugo. Personalmente mi piace molto vederli correre sull’erba e sentirli ridere divertiti. C’è un’insidia però nei prati, o meglio ce ne sono due. Una sono le cacche dei cani che vengono portati a “passeggio” sull’erba da padroni incivili che poi non raccolgono le deiezioni dei loro animali e l’altra sono i tombini con i coperchi messi storti per farne uscire i fili che si collegano ai contatori ad uso degli ambulanti nei giorni di mercato. Ad entrambi i problemi dovrebbe dare una risposta la nostra Amministrazione. Se per le cacche dei cani abbiamo un regolamento che basta applicare mandando in giro i vigili in borghese a far le multe ai padroni “zozzoni”, nel caso dei tombini è necessario cambiarli mettendone altri forniti di feritoie da cui far uscire i fili senza dover mettere di traverso i coperchi. Fatta una richiesta in proposito mi era stato risposto che tombini “forati” all’uopo non ne esistevano e che quindi era necessario trovare una soluzione alternativa. Invece i tombini ci sono, li ho trovati, non a Timbuktu, ma a Lugo in largo della Repubblica. Allora la domanda è: perché non farli fare anche per tutti gli altri tombini dell’’ENEL che ci sono per Lugo? Perché mettere in pericolo i cittadini quando sarebbe sufficiente cambiare il coperchio? È un mistero. Intanto noi li abbiamo fotografati e mostrati agli uffici competenti perché si attrezzino e li facciamo vedere anche a voi così che possiate riconoscerli quando li incontrate.

sabato 3 luglio 2010



Passaggi pedonali, marmo e sanpietrini

Lugo è cambiata, diciamocelo. Sono spariti i semafori e al loro posto sono comparse le rotonde e assieme alle rotonde hanno subito una trasformazione anche i passaggi pedonali che non sono più disegnati sull’asfalto; per adattarsi al nuovo arredo urbano sono stati fatti utilizzando materiali nobili come i cubetti di porfido e di marmo bianco di Carrara. Devo dire la verità, quando li ho visti mi sono piaciuti fino a quando non mi sono accorta che il marmo utilizzato è liscio come quello del salotto buono, senza cera per essere sinceri, ma sul quale si scivola che è una meraviglia già quando si inumidisce con la nebbia, figuriamoci con la pioggia! Ne hanno fatto le spese diversi nostri concittadini che si sono trovati per terra non solo passandoci a piedi, ma anche percorrendoli in bicicletta e in moto. Speravo che con il tempo e l’usura il marmo diventasse scabro come il porfido e quindi percorribile con tutti i climi. Invece no, il marmo si è mantenuto bello liscio mentre hanno ceduto in blocco i passaggi pedonali. Non erano passati che pochi mesi e già qualche cubetto di porfido aveva lasciato il suo alveolo ed era sparito. Per fortuna gli anni ’70 sono finiti da un pezzo, altrimenti avremmo potuto pensare che qualche gruppo extraparlamentare fosse andato a fare scorta in vista di una manifestazione di piazza. La soluzione trovata dai nostri tecnici è stata quella di sostituire “provvisoriamente” i pezzi mancanti con del catrame che doveva servire a tappare i buchi prima della rimessa a nuovo. E così, mano a mano che i cubetti sparivano, comparivano al loro posto delle “belle” macchie nere. Democraticamente il catrame ha sostituito sia il porfido che il marmo, dando un aspetto quantomeno naif a quelli che dovevano essere passaggi pedonali d’arredo. Ma non finisce qui: questi passaggi pedonali non sono stati posizionati in strade a basso traffico o a traffico “leggero”, bensì nel circondario interno, e sono soggetti quindi al passaggio di camion e corriere che hanno peggiorato ulteriormente il loro stato. Si sono creati degli avvallamenti, forse dovuti al cedimento del sottofondo, che rendono l’attraversamento pedonale ancora più insidioso. Insomma, un disastro. Dato che ritenevo fosse arrivato il momento di fare qualcosa, un paio di mesi fa chiesi al nostro Sindaco di dirci cosa intendesse fare per renderli di nuovo percorribili senza pericolo e magari anche nuovamente gradevoli alla vista. La sua risposta, arrivata in questi giorni, è stata che gli ultimi passaggi pedonali furono realizzati in via sperimentale nel 2005. I ripristini in conglomerato bitumoso sono stati fatti dalle maestranze del comune per garantire la sicurezza in attesa della stagione favorevole per l’intervento di manutenzione che verrà valutato dagli uffici una volta assegnato l’appalto delle strade 2008, presumibilmente a settembre 2010. Le conclusioni che si possono trarre da questa faccenda sono che: se è vero come è vero che Italia nulla è più definitivo di ciò che è provvisorio, i passaggi pedonali in sampietrini ballerini rimarranno in sempiterno, che la stagione favorevole per le manutenzioni stradali si ripresenta come minimo ogni cinque anni e che il 2010 non ha stagione favorevole.

mercoledì 30 giugno 2010

la discarica di Voltana? Non la chiuderanno mai!

Non la chiuderanno mai

Giovedì 17 luglio il Sindaco Cortesi ha invitato il presidente di HERA, dott. Filippo Brandolini, ad illustrare ai consiglieri comunali riuniti il nuovo piano provinciale dei rifiuti.
All’illustrazione è seguito un breve dibattito, sollecitato da Sindaco Cortesi, per conoscere l’opinione del Consiglio sulla riapertura della discarica, opinione non vincolante dato che la decisione spetta comunque alla Amministrazione provinciale. Va sottolineato che quella fatta è stata più che altro la comunicazione di una decisione già presa, anche se la Provincia la voterà solo il 29 giugno. Il Sindaco attuale non sembra avere alcuna intenzione di contrastarla, nonostante le promesse fatte dall’ex sindaco Roi nel ’98, quando egli affermò che la discarica sarebbe stata chiusa definitivamente una volta esaurita. Non valgono, secondo noi, le spiegazioni date per giustificare questo cambio di rotta, ovvero l’aumento della frazione di raccolta differenziata e la creazione del cosiddetto “polo industriale del rusco”.
Il Sindaco ha affermato che la riapertura della discarica di Voltana permetterà l’anticipazione del finanziamento, da parte della Provincia del collegamento della via Lunga con la Reale, al fine di togliere dal centro della nostra frazione il traffico di mezzi pesanti carichi di pattume. Niente riapertura della discarica, niente strada, ma, perché ci chiediamo? Visto che il progetto di collegamento delle due strade era già stato presentato in Provincia nel lontano 2006, in quanto necessario al territorio… perché usarlo adesso come merce di scambio, quando la sua attuazione è comunque un diritto della popolazione? Altra cosa che non ci è piaciuta nel discorso di Cortesi è stato il non tanto velato accenno all’ipotesi del mantenimento della discarica anche dopo il 2018. La motivazione di questo infinito prolungamento della sua vita sta nel fatto che ormai a Voltana c’è un “polo” industriale, così definito da Cortesi, per la selezione dei rifiuti e il compostaggio e che la cosa più comoda per HERA è mantenere una discarica che accolga i sovvalli nelle adiacenze degli impianti. Il Sindaco ha precisato che in fondo la discarica non viene ampliata, viene solo sopraelevata; allora si può immaginare che nel 2050 la montagna del rusco potrebbe superare i 100 metri di quota, creando la prima collina artificiale nel mezzo della Bassa. Il Sindaco ha infine messo una bella ipoteca sul futuro, dicendo che le Amministrazioni che seguiranno la sua saranno libere di individuare sul territorio altre aree in cui creare discariche, senza pregiudizi, sempre tenendo conto che il principio di prossimità deve essere la principale guida nella scelta del sito. E poi non dimentichiamoci che, dalle riunioni svolte nelle singole circoscrizioni, è emerso, a suo dire, che ai voltanesi, in fondo, la cosa fa molto piacere. Ecco perché la discarica non la chiuderanno mai.